ROTONDA

Dall’8 al 13 Giugno prende vitala più lunga delle feste degli alberi in Lucania, quella di Rotonda. Un rito di totale devozione a Sant’Antonio da Padova, patrono del paese. E’ la festa della “pitu”, della “rocca” e delle “porfiche”. La festa ha radici assai profonde, Sant’antonio, infatti, a seguito di un naufragio avvenuto a Capo Milazzo agli inizi del 1221, intraprese il viaggio a piedi risalendo la penisola, verso Assisi, per partecipare al Capitolo Generale dei minori voluto da San Francesco. Si narra che durante questo cammino fece sosta nei boschi del Pollino, trascorrendo una notte sotto un abete in località Marolo. Anni dopo, nello stesso punto, un bovaro, inciampando, precipitò in un burrone ed invocò disperatamente il nome del Santo, che gli apparve in tutto il suo candido splendore e lo salvò. Il miracolato raccontò l’accaduto a valle ed ogni anno si recò nel bosco con i suoi cari, per abbattere un abete ed offrirlo al Santo in segno di ringraziamento; coinvolgendo di anno in anno sempre più gente e compaesani in questo suo gesto. Da allora nulla è cambiato: la Festa ha mantenuto intatto il suo fascino e le sue usanze proponendo sempre lo stesso rito di totale devozione al Santo di Padova. Il viaggio nella tradizione dura sei giorni tra fatiche titaniche, antiche tecniche e maestrie per il trasporto delle piante, forzuti buoi, preghiere, musiche, balli, canti e buon cibo.

La Festa vera e propria inizia l’8 Giugno, ma è attesa tutto l’anno dalla comunità e già nei primi giorni di Maggio il paese è in pieno fermento.

Nella notte tra l’8 e il 9 Giugno, a mezzanotte, il gruppo della “rocca”, guidato dal loro caporale, si riunisce davanti al Santuario della Madonna della Consolazione per invocare la Sua materna protezione  (Patrona di Rotonda), da dove raggiunge, a piedi, il bosco di Terranova di Pollino per abbattere la “rocca”; un abete bianco scelto precedentemente la seconda domenica di Maggio.

I gruppi che fanno parte della “pitu”, invece, la mattina del 9 si dirigono su in montagna , nei boschi situati nel territorio comunale di Rotonda. Qui il grosso, alto e bell’albero di faggio (scelto la prima domenica di Maggio), viene abbattuto. Durante la giornata la pianta viene ripulita dalle fronde, squadrata e misurata. Non vi è un solo di questi passaggi ove non siano presenti canti, preghiere e litanie in onore del Santo.Contemporaneamente, altri gruppi di fedeli in località Pedarreto, si sono accampati con grandi tende, hanno a loro volta compiuto il loro ex voto abbattendo piante di faggio più piccole denominate “porfiche” che saranno trainate da altrettante coppie di buoi fino al paese. 

Il 10 Giugno tutti i gruppi della “pitu” si recano in un punto stabilito per effettuare la misurazione delle coppie di buoi. Tale passaggio è fondamentale per stabilire l’ordine a seconda dell’altezza degli animali affinché non si facciano male durante il tragitto fino al paese. L’ordine della “trizza” è stabilito. Inizia il viaggio tra i boschi di tutti i gruppi verso piano Pedarreto: una melodia di zoccoli, canti e passi nel fango.

L’11 mattina Il corteo della “pitu”, della “rocca” e delle “porfiche” inizia la discesa verso Rotonda fino alla località “Puzzicelli” dove, ormai a sera, tutte le piante fanno sosta fino alla mattina successiva. E’ una discesa allegra e gioiosa, fatta di balli, di canti di spuntini con prelibatezze locali.

Il 12 mattina il corteo parte di buona lena, avviandosi verso la contrada “San Lorenzo” per la celebrazione della Santa Messa. Le coppie di buoi vengono agghindate di coroncine di fiori  fatte a mano dalle donne del paese. Vengono impiegate piccole roselline profumate e i gigli di Sant’Antonio che sono nel massimo della loro fioritura. Le coppie di buoi che trainano la “pitu”, invece, sono sormontate dalle “rocchette” piccole estremità di abeti decorati con ghirlande di carta colorata intagliate con maestria dalle donne.  La “pitu” viene  condotta nei pressi della casa comunale e li riposerà fino al giorno successivo insieme al resto delle “porfiche”. Contemporaneamente la “Rocca” viene condotta all’interno della Chiesa di Sant’Antonio per procedere alla benedizione finale e restare lì per tutta la notte.

Il 13 mattina l’appuntamento è dinnanzi al Municipio per compiere l’ultimo sforzo. “pitu” e “rocca” diverranno un unico corpo. I fedeli preparano la chioma della “rocca” per essere innestata alla “pitu”. Dopodiché si procede al sollevamento  a mano di questo grande albero, mediante l’uso di funi e forche  di legno di grandi dimensioni. Nel pomeriggio, dopo la Santa Messa, il Santo viene portato in processione lungo le strade del paese. I fedeli vengono preceduti da coloro che portano le “rocchette” e le “cinte” addobbate.

La promessa fatta al Santo da sempre e per sempre e nuovamente compiuta. 

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GALLERIA IMMAGINI

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Dall’8 al 13 Giugno prende vitala più lunga delle feste degli alberi in Lucania, quella di Rotonda. Un rito di totale devozione a Sant’Antonio da Padova, patrono del paese. E’ la festa della “pitu”, della “rocca” e delle “porfiche”. La festa ha radici assai profonde, Sant’antonio, infatti, a seguito di un naufragio avvenuto a Capo Milazzo agli inizi del 1221, intraprese il viaggio a piedi risalendo la penisola, verso Assisi, per partecipare al Capitolo Generale dei minori voluto da San Francesco. Si narra che durante questo cammino fece sosta nei boschi del Pollino, trascorrendo una notte sotto un abete in località Marolo. Anni dopo, nello stesso punto, un bovaro, inciampando, precipitò in un burrone ed invocò disperatamente il nome del Santo, che gli apparve in tutto il suo candido splendore e lo salvò. Il miracolato raccontò l’accaduto a valle ed ogni anno si recò nel bosco con i suoi cari, per abbattere un abete ed offrirlo al Santo in segno di ringraziamento; coinvolgendo di anno in anno sempre più gente e compaesani in questo suo gesto. Da allora nulla è cambiato: la Festa ha mantenuto intatto il suo fascino e le sue usanze proponendo sempre lo stesso rito di totale devozione al Santo di Padova. Il viaggio nella tradizione dura sei giorni tra fatiche titaniche, antiche tecniche e maestrie per il trasporto delle piante, forzuti buoi, preghiere, musiche, balli, canti e buon cibo.

La Festa vera e propria inizia l’8 Giugno, ma è attesa tutto l’anno dalla comunità e già nei primi giorni di Maggio il paese è in pieno fermento.

Nella notte tra l’8 e il 9 Giugno, a mezzanotte, il gruppo della “rocca”, guidato dal loro caporale, si riunisce davanti al Santuario della Madonna della Consolazione per invocare la Sua materna protezione  (Patrona di Rotonda), da dove raggiunge, a piedi, il bosco di Terranova di Pollino per abbattere la “rocca”; un abete bianco scelto precedentemente la seconda domenica di Maggio.

I gruppi che fanno parte della “pitu”, invece, la mattina del 9 si dirigono su in montagna , nei boschi situati nel territorio comunale di Rotonda. Qui il grosso, alto e bell’albero di faggio (scelto la prima domenica di Maggio), viene abbattuto. Durante la giornata la pianta viene ripulita dalle fronde, squadrata e misurata. Non vi è un solo di questi passaggi ove non siano presenti canti, preghiere e litanie in onore del Santo.Contemporaneamente, altri gruppi di fedeli in località Pedarreto, si sono accampati con grandi tende, hanno a loro volta compiuto il loro ex voto abbattendo piante di faggio più piccole denominate “porfiche” che saranno trainate da altrettante coppie di buoi fino al paese. 

Il 10 Giugno tutti i gruppi della “pitu” si recano in un punto stabilito per effettuare la misurazione delle coppie di buoi. Tale passaggio è fondamentale per stabilire l’ordine a seconda dell’altezza degli animali affinché non si facciano male durante il tragitto fino al paese. L’ordine della “trizza” è stabilito. Inizia il viaggio tra i boschi di tutti i gruppi verso piano Pedarreto: una melodia di zoccoli, canti e passi nel fango.

L’11 mattina Il corteo della “pitu”, della “rocca” e delle “porfiche” inizia la discesa verso Rotonda fino alla località “Puzzicelli” dove, ormai a sera, tutte le piante fanno sosta fino alla mattina successiva. E’ una discesa allegra e gioiosa, fatta di balli, di canti di spuntini con prelibatezze locali.

Il 12 mattina il corteo parte di buona lena, avviandosi verso la contrada “San Lorenzo” per la celebrazione della Santa Messa. Le coppie di buoi vengono agghindate di coroncine di fiori  fatte a mano dalle donne del paese. Vengono impiegate piccole roselline profumate e i gigli di Sant’Antonio che sono nel massimo della loro fioritura. Le coppie di buoi che trainano la “pitu”, invece, sono sormontate dalle “rocchette” piccole estremità di abeti decorati con ghirlande di carta colorata intagliate con maestria dalle donne.  La “pitu” viene  condotta nei pressi della casa comunale e li riposerà fino al giorno successivo insieme al resto delle “porfiche”. Contemporaneamente la “Rocca” viene condotta all’interno della Chiesa di Sant’Antonio per procedere alla benedizione finale e restare lì per tutta la notte.

Il 13 mattina l’appuntamento è dinnanzi al Municipio per compiere l’ultimo sforzo. “pitu” e “rocca” diverranno un unico corpo. I fedeli preparano la chioma della “rocca” per essere innestata alla “pitu”. Dopodiché si procede al sollevamento  a mano di questo grande albero, mediante l’uso di funi e forche  di legno di grandi dimensioni. Nel pomeriggio, dopo la Santa Messa, il Santo viene portato in processione lungo le strade del paese. I fedeli vengono preceduti da coloro che portano le “rocchette” e le “cinte” addobbate.

La promessa fatta al Santo da sempre e per sempre e nuovamente compiuta. 

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