GUGLIONESI

La tradizione guglionesana continua a preservare, nella vigilia della festività di Sant’Adamo, l’accoglienza del carro a “fuori porta”, cioè nel luogo dove sorgeva la scomparsa Porta Frentana, detta anche “porta da piedi”. Il carro trionfale, addobbato di edera, proviene dalla località detta fonte di Sant’Adamo e porta l’effigie del Santo. In passato veniva portata in processione la statua argentea, poi trafugata. Dal 1932 sul carro è posto un dipinto realizzato dal pittore Nicola Iacobitti: per questo la rievocazione della traslazione è chiamata dalla comunità guglionesana anche il “quadro”. Una coppia di bovini, con dei campanacci appesi al collare, trainano il carro trionfale, finemente addobbati e con le corna rivestite di teli ricamati. Fino alla metà del XX secolo si hanno tracce dello svolgimento di una Carrese di Sant’Adamo con la partecipazione di numerosi carri addobbati. Anziché sfilare come oggi, infatti, gli anziani ricordano un corteo di diverse decine di carri di famiglia, decorati con elementi vegetali e fiori e trainati dai bovini che erano nelle disponibilità di quasi ogni famiglia come coadiutori nel lavoro agricolo.

Il busto reliquiario raffigurante Sant’Adamo che sfilava fu realizzato nel 1886 dalla Fonderia Romana di Roma, in argento sbalzato e cesellato.Il patrono è rappresentato in atto benedicente, con lo sguardo rivolto verso l’alto mentre con la mano sinistra sorregge il libro delle sacre scritture. La pianeta e il manipolo sono riccamente decorati a sbalzo con motivi vegetali e floreali, tra i quali le spighe di grano e i grappoli d’uva. Una grande aureola, riccamente lavorata, incornicia il capo del Santo. La base della statua è decorata con una modanatura a foglie sovrapposte, sotto la quale ci sono: una mitria abbaziale a sinistra, a destra lo stemma di Guglionesi e al centro un occhio con le reliquie del Santo. 

L’uso di celebrare i santi con sfilate di carri trainati da bovini e decorati con elementi vegetali e floreali sia freschi che in carta crespa era testimoniata, fino a qualche decennio fa, anche dalla processione che si organizzava in onore di Sant’Antonio da Padova, in linea con molte altre processioni di carri di Sant’Antonio presenti nell’area basso-molisana (Santa Croce di Magliano, Tavenna, Palata, Montecilfone e altre che ormai si sono interrotte). Ne è testimonianza l’esistenza di una Confraternita di Sant’Antonio ancora attiva, il cui Priore ha raccolto immagini fotografiche che testimoniano lo svolgersi di una Carrese di Sant’Antonio a Guglionesi fino agli anni Cinquanta e contemporaneamente allo svolgersi di un rituale analogo in onore di Sant’Adamo

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GUGLIONESI

La tradizione guglionesana continua a preservare, nella vigilia della festività di Sant’Adamo, l’accoglienza del carro a “fuori porta”, cioè nel luogo dove sorgeva la scomparsa Porta Frentana, detta anche “porta da piedi”. Il carro trionfale, addobbato di edera, proviene dalla località detta fonte di Sant’Adamo e porta l’effigie del Santo. In passato veniva portata in processione la statua argentea, poi trafugata. Dal 1932 sul carro è posto un dipinto realizzato dal pittore Nicola Iacobitti: per questo la rievocazione della traslazione è chiamata dalla comunità guglionesana anche il “quadro”. Una coppia di bovini, con dei campanacci appesi al collare, trainano il carro trionfale, finemente addobbati e con le corna rivestite di teli ricamati. Fino alla metà del XX secolo si hanno tracce dello svolgimento di una Carrese di Sant’Adamo con la partecipazione di numerosi carri addobbati. Anziché sfilare come oggi, infatti, gli anziani ricordano un corteo di diverse decine di carri di famiglia, decorati con elementi vegetali e fiori e trainati dai bovini che erano nelle disponibilità di quasi ogni famiglia come coadiutori nel lavoro agricolo.

Il busto reliquiario raffigurante Sant’Adamo che sfilava fu realizzato nel 1886 dalla Fonderia Romana di Roma, in argento sbalzato e cesellato.Il patrono è rappresentato in atto benedicente, con lo sguardo rivolto verso l’alto mentre con la mano sinistra sorregge il libro delle sacre scritture. La pianeta e il manipolo sono riccamente decorati a sbalzo con motivi vegetali e floreali, tra i quali le spighe di grano e i grappoli d’uva. Una grande aureola, riccamente lavorata, incornicia il capo del Santo. La base della statua è decorata con una modanatura a foglie sovrapposte, sotto la quale ci sono: una mitria abbaziale a sinistra, a destra lo stemma di Guglionesi e al centro un occhio con le reliquie del Santo. 

L’uso di celebrare i santi con sfilate di carri trainati da bovini e decorati con elementi vegetali e floreali sia freschi che in carta crespa era testimoniata, fino a qualche decennio fa, anche dalla processione che si organizzava in onore di Sant’Antonio da Padova, in linea con molte altre processioni di carri di Sant’Antonio presenti nell’area basso-molisana (Santa Croce di Magliano, Tavenna, Palata, Montecilfone e altre che ormai si sono interrotte). Ne è testimonianza l’esistenza di una Confraternita di Sant’Antonio ancora attiva, il cui Priore ha raccolto immagini fotografiche che testimoniano lo svolgersi di una Carrese di Sant’Antonio a Guglionesi fino agli anni Cinquanta e contemporaneamente allo svolgersi di un rituale analogo in onore di Sant’Adamo

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